RESTAURO TARGA COMMEMORATIVA DEDICATA A JACOPO CORSI
Firenze, Palazzo Corsi Tornabuoni
Architetto: Daniele Barbucci
Ditta appaltatrice: Grassi Nesi Restauri Srls
Restauratrice di beni culturali: Simona Bensi
Responsabile del procedimento Mic: Architetto Francesca Fabiani
Committenza: Fondazione Teatro del Maggio Musicale Firenze
cenni storici
Nel corso del XV e XVI sec., quando la polifonia giunge al suo apice con le grandi composizioni fiamminghe ed i raffinati intrecci madrigalistici, si sviluppava un’intensa pratica di musica monodica, che viene definita umanistica. Nelle corti italiane i letterati umanisti cantavano, o facevano cantare, le proprie poesie su semplici moduli musicali, dove il cantante, generalmente solo, veniva accompagnato da un liuto o una viola da gamba. Firenze divenne uno dei centri di riferimento anche per tali studi musicali, prima con la Camerata de’ Bardi, sorta intorno alla figura del conte Giovanni de’ Bardi, seguita poi dalla Camerata di Corsi, i cui componenti si riunivano nella residenza di Jacopo Corsi (1561 – 1602), tra i cui partecipanti spiccava la figura di Jacopo Peri (1561 – 1633).
“La Camerata di Corsi, più che animare dispute teoriche, si avviò subito alla realizzazione di eventi musicali concreti, basati sulle conclusioni che le ricerche in casa Bardi ritenevano di aver raggiunto: che cioè nell’antica Grecia le tragedie fossero interamente cantate e che riprodurre i medesimi effetti della musica si dovesse coniare un tipo di emissione tra canto e recitazione, che venne perciò detto recitar contando.”( 1)
Fu nel pieno dell’attività di questo gruppo di intellettuali, che venne finanziata dal Corsi quella che forse fu la prima opera in musica: la Dafne, pastorale drammatica su testo di Ottavio Rinuccini, e musica del Peri e dello stesso Corsi. Proprio a questa opera, andata in gran parte perduta, fa riferimento il testo della targa apposta su via de’ Corsi oggetto di restauro.
Fu all’interno di una parte di Palazzo Corsi Tornabuoni che venne rappresentata pubblicamente la Dafne, anche se sorge qualche dubbio tra gliesperti che fosse proprio il 1594, come riportato nella targa, o piuttosto ciò non si debba collocare più avanti durante il carnevale del 1598.
Non è questa la sed e, ovviamente, per approfondire questi argomenti, ma valgano queste brevi note per far intuire l’importanza della figura di Jacopo Corsi nel panorama musicale tardo cinquecentesco italiano e per collocarlo tra coloro che per primi hanno indicato una via che porterà alla nascita del melodramma.
Per quanto è qui d’interesse, inquadrare la figura del personaggio Jacopo Corsi è utile per comprendere a fondo l’importanza della tutela della targa in marmo bianco con scritte originariamente scure, incastonata nel paramento lapideo, su via de’ Corsi, del piano terra di Palazzo Corsi Tornabuoni in prossimità della Loggia del Cigoli.
Di seguito si riporta il testo della targa:
JACOPO CORSI PATRIZI O FIORENTINO
NELLE SUE VICINE CASE GIÀ TE PO DEMOLI TE
ACCOLSE NELLA SECONDA METÀ DEL SE COLO XVI
IL FIORE DE I LETTE RATI MUSICI E POETI
FU DELLE LORO DISCIPLINE
DOTTO CULTORE E FAVOREGGIATORE GENEROSO
E IVI FECE RAPPRESENTARE
NEL MDLX XXXI V
CON MUSICA SUA E DI JACOPO PERI LA DAFNE
DRAMMA DI OTTAVIO RINUCCINI
PRIMO FRUTTO DE’ SAPIENTI STUDI
DELLA CAME RATA DEL CONTE BARDI
E PRIMA OPERA DEL RINNOVATO MELODRAMMA
( 1) M . Carrozzo, C . Cimagalli, Storia della musica occidentale, Armando Ed., Roma , 1 9 9 8,
vol .2, pag .20 e seg .
Stato di conservazione
La targa in marmo bianco, presumibilmente un bianco di carrara, con leggera venatura grigia, ha dimensioni di circa 132×111 cm, è formata da una lastra levigata ed è contornata da una cornice perimetrale con fascia liscia esterna e modanatura a gola rovescia. Si presenta posta in opera incastonata nel paramento lapideo del piano terra, a circa 4 m dal piano di calpestio stradale. Non si evidenziano condizioni di distacco della lastra marmorea su cui è inciso il testo, né delle cornici perimetrali.
Il degrado appare connesso allo sporco che si è accumulato negli anni, ma non sono presenti croste nere, mentre la scritta, originariamente nera, appare quasi totalmente scolorita. L’unica porzione che da questo punto di vista rimane ancora leggibile è quella che contiene il primo rigo con il nome in alto a sinistra.
Progetto di restauro. Metodica di intervento.
La procedura di restauro che si presenta sintetizzabile in una sequenza di pochi passaggi, sarà attuata da restauratore regolarmente iscritto all’albo dei restauratori per la categoria adeguata al tipo di intervento. Di seguito si dà qui una descrizione succinta di tutte le singole operazioni:
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spolveratura con pennelli morbidi utile per la rimozione del particolato atmosferico e di ogni traccia di elemento grossolano di sporco aderente alle superfici. Al termine di questa prima operazione saranno predisposte le campionature di colore delle scritte, in modo tale da minimizzare il rischio che una possibile alterazione cromatica delle scritte ancora visibili, durante le fasi di restauro possa vanificare la definizione del colore originario;
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leggera pulitura con carbonato o bicarbonato di ammonio in soluzione acquosa mediante impacchi di polpa di cellulosa e/o sepiolite, coninterposizione di carta giapponese e successivo risciacquo con acqua demineralizzata e deionizzata;
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Trattamento biocida di tutta la superfice con applicazione a pennello di soluzione di disinfettante a base di benzalconio cloruro (alchildimetilbenzilammonio- cloruro), mediante una doppia applicazione ripetuta ad intervallo di 24 ore;
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eventuale consolidamento delle parti decoese delle superfici con silicato di etile, per impregnazione superficiale con nebulizzatori a bassa pressione;
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Solo nel caso in cui trovassimo la lastra e/o le cornici distaccate dalla base muraria, sarà eseguito un consolidamento dell’ancoraggio tramite iniezioni di malta a basso peso specifico a base di calce NHL 5;
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ritocco pittorico dei caratteri incisi con pittura a calce o silicati, salvo diversa indicazione degli organi di controllo della Soprintendenza competente per territorio. La tonalità del colore sarà definita dal confronto di campionature con le porzioni predisposte durante la prima fase descritta.
Non si prevede la stesura di protettivi al termine delle operazioni di restauro, salvo diversa indicazione degli organi di controllo della Soprintendenza competente.